venerdì 9 novembre 2012

1.11 // 3.18


Si è soliti cercare le proprie certezze nel passato,
 come se la testimonianza di ciò che siamo stati sia una garanzia 
di ciò che siamo destinati ad essere. 
Si è soliti riporre le proprie speranza nel futuro, 
come se l'indefinito rappresentasse la garanzia 
di un numero illimitato di possibili realtà.



Oggi mi improvviso poetessa trasponendo in versi quello che avrei spiegato in un intero post prosaico. A dirla tutta non sono mai stata un'amante delle poesie, ho sempre prediletto le cose all'apparenza più semplici da capire e quindi, quasi conseguenzialmente ed esclusivamente, la narrativa.
La verità probabilmente è che d' arte non ho mai capito nulla su tutta la linea, o meglio, non ho mai provato a guardarla nell'ottica emotivistica. Sono sempre stata come uno di quei "tecnici d'arte" dell'età arcaica e classica nell'arte greca antica. La rappresentazione distaccata della figura in sè, in parole povere, un simulacro privo d'anima : bello ma freddo, marmoreo.
Solo ultimamente sono riuscita ad aprire gli occhi su ciò che guardavo ma non capivo, adesso trovo che la poesia sia meravigliosa, la rappresentazione del sogno sia meravigliosa, il sentimento sia meraviglioso e la bellezza esteriore non mi basta più.

Ma, come ho accennato all'inizio, questa mia "poesia" è ermetica : racchiude in sè il mio pensiero e , poiché io non sono nata per poetare e anzi sono stata sostanzialmente esclusa avidamente dall'arte, proseguirò con il mio strumento preferito nell' "amplificamento" di ciò che ho scritto.

Sabato scorso sono uscita con il mio gruppetto a prendere un gelato, era sabato sera e solitamente l'accostamento di questi due sostantivi conviene con un certo tipo d'abbigliamento. Nel prepararmi come si deve per l'uscita ho preso dall'armadio una delle mie magliette lunghe preferite ,quella arancione con il Joypad blu stampato presa nel reparto maschile dell' Oviesse due anni fa,  e i pinocchietti blu. Un'accoppiata sicuramente sportiva, semplice, lineare e per certi versi " ordinaria".
Non ritenendomi soddisfatta dell'abbinamento troppo spartano ho deciso di aggiungere un mio tocco personale, e ho messo le calze alte a righe sotto i pinocchietti. Molto contenta del mio risultato ho messo le scarpe di tela e sono passata a capelli e trucco. Ho piastrato i capelli dopo il fatidico giorno in cui il parrucchiere ha mandato al diavolo la mia frangetta. 
I miei ricordi sono immediatamente balenati al modo di vestirmi e acconciarmi di cinque anni fa: per un attimo mi sono sentita di nuovo quella me. Per un attimo mi sono illusa di essere tornata indietro, di essermi ritrovata, ed è stata una sensazione particolare. Come le signore che si atteggiano a ragazzine comprando abiti poco consoni alla loro età , forse.
In quel momento ho pensato ingenuamente che la persona che cercavo potesse essere quella che vedevo allo specchio, che forse per ritrovare me stessa bastasse tornare ad esprimermi secondo la mia fantasia e quello stile che tanto mi faceva definire "estrosa" dagli altri. Ma a disilludermi è bastato guardare la reazione dei miei parenti, delle mie amiche e , in fine e meno importante, delle persone per strada. E' stata una reazione che non mi aspettavo, davvero molto negativa, persino più negativa del solito. Le mie amiche quando mi hanno vista hanno preso in seria considerazione l'idea di " fingere di non conoscermi" e non hanno quasi smesso di criticarmi per tutta la sera. La gente in strada invece non smetteva di fissarmi, di ridere, di canzonarmi e di meravigliarsi, tant'è che mia cugina mi ha conisigliato di andare in giro con un cartello la prossiam volta : " sono reale, non sono un'illusione". Credo che seguirò alla lettera il suo consiglio
E' stata una situazione piuttosto particolare, considerando che ai miei occhi il mio ritorno allo stile che avevo alle medie era stata una carta vincente, e quindi dopo l'impatto iniziale m'è servito a capire finalmente che non sarò mai più quella che ero. Ormai sono un'altra persona, non tanto per come mi vedo io, ma per come mi vedono gli altri ... crescere è una delle cose più brutte che esistano!
So di non poter trovare le risposte che cerco nel passato, in ciò che ho amato , in ciò che sono stata, in ciò che ho creduto perché , sebbene siano tra le poche certezze della vita , sono tutte cose che hanno già vsito la loro fine. 
Non posso appigliarmi ai se ed escludere a priori ciò che invece è successo, ma non posso basarmi su nessuno di entrambi per costruire il futuro.

Il futuro, un mare di possibilità, all'apparenza. La realtà è ben diversa dai sogni, dai progetti, dalle probabilità infinite. Le scelte concrete che possiamo fare alla fine si riducono ad un numero esiguo. Triste, poco filosofico, ovvio, concreto e crudele ma reale.
E' inutile appigliarsi alle speranze nelle quali sappiamo noi stessi di non poter riporre fiducia, è una sorta di presa in giro alla nostra intelligenza.

Possiamo fare tutto entro i limiti del reale.

Parafrasi+commento+considerazione personale in una produzione liberamente ispirata alla mia poesia ... WTF? O.o 

No, a parte lo scherzo, si accettano osservazioni di ogni genere (=^-^=) e Parafrasi+commento+considerazione personale



2 commenti:

  1. A me come abbinamento di vestiti non mi pare niente affatto male °^°
    Comunque sì, crescere fa un po' schifo... Me ne sono resa conto quando sono andata a scuola a settembre con la cartellina di Pinkie Pie e tutti mi hanno guardata storta perché sono troppo grande per guardarmi i pony o per comprarmi certe cose, lo trovo ingiusto ;-;

    ~London~

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  2. ehehehe neanche a me non dispiace come stile :) e poi è bello ciò che piace non ciò che è bello!! Comunque, crescere è davvero una strana esperienza... ci sono casi in cui non ci si riconosce negativamente e casi in cui si è positivamente colpiti dal cambiamento >_< io per esempio sono contenta di non essere più la stessa che ero a 15-17 anni D: secondo me dovresti trovare i lati positivi della tua crescita :)

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