sabato 30 aprile 2011

La quiete prima della Tempesta

-Bentrovati amici!
- Ma perché sta qui , ogni volta, crede di stare in TV?!
- Zitta e non rovinare il mio ingresso in scena, finta seconda personalità che non sei altro!
- Tu hai davvero dei problemi sai?

E così oggi pubblico un doppio post, non perché abbia tanto da dire ma perché ormai Aprile volge al termine e volevo concludere con almeno 10 post. ( che moventi futili vero?Tra l'altro ho scoperto post scrittum che avevo già raggiunto la suddetta somma)
Comunque sia Maggio si prospetta un mese disastroso, da qui il titolo, una citazione della poesia di Leopardi talmente a me cara da averla stravolta cambiando l'avverbio-colonna portante della poesia. ( vedesi La quiete dopo la Tempesta di Giacomo Leopardi ). se ci fate caso prima che accada qualcosa di brutto, prima che arrivi una tempesta, c'è un cuscinetto. Un silenzio tombale che personalmente amo ( ormai tutti sanno la mia predicazione verso la morte) il quale ci prepara a ciò che sta arrivando. Come le nuvole grigie che ci mettono ansia ma non portano alcun rumore con loro ma si limitano ad annunciare il mal tempo alle porte, il silenzio prima della catastrofe ci incute ansia e ci svuota delle nostre emozioni al contempo.
Poi finalmente la tempesta arriva, e come diceva Socrate non è che un bene e aggiungo io : prima arriva, prima finisce!
Martedì parto, spero di poter postare un altro po' prima di andarmene in caso contrario affido ai viandanti le mie canzoni di K-ON sull' Ipod che non ho. Speravo non sarebbe mai arrivato questo giorno, ma purtroppo eccolo qua: alle porte con tutte le mie paure insensatamente sensate (oggi sono in vena di ossimori).
Nella mia famiglia la parola viaggio è complementare alla parola nuovo. A me però non piace comprare vestiti, scarpe & co. perché in questo periodo non amo particolarmente la mia forma e poi perché li reputo un bene troppo terreno per essere preso così in considerazione. Io amo lo shopping solo quando è motivo di risate con le mie amiche e non quando compro realmente qualcosa che non sia da mangiare.
Dite che si nota la mia provenienza dalla Sicilia? In effetti ci sono un po' troppi "che" per non notarsi.
Chiusa la mia lamentela sullo shopping, direi che non posso fare altro che augurarmi che Sigrid, la mia corrispondente, sia ancora in salute e che mi ospiti per davvero. ( questa è una di quelle paure insensatamente sensate) Per il resto non credo ci sia molto altro, ovvero in realtà ci sarebbe però non mi va di parlare troppo, stanco la gente.

Vi lascio al Grande Poeta della letteratura Italiana!

P.S. E se scrivessi un libro?








Passata è la tempesta:
Odo augelli far festa, e la gallina,
Tornata in su la via,
Che ripete il suo verso. Ecco il sereno
Che rompe là da ponente, alla montagna;
Sgombrasi la campagna,
E chiaro nella valle il fiume appare.
Ogni cor si rallegra, in ogni lato
Risorge il romorio
Torna il lavoro usato.
L’ artigiano a mirar l’ umido cielo,
Con l’ opra in man, cantando,
Fassi in su l’uscio; a prova
Vien fuor la femminetta a còr dell’ acqua
Della novella piova;
E l’ erbaiuol rinnova
Di sentiero in sentiero
Il grido giornliero.
Ecco il sol che ritorna, ecco sorride
Per li poggi e le ville. Apre i balconi,
Apri terrazzi e logge la famiglia:
E, dalla via corrente, odi lontano
Tintinnio di sonagli; il carro stride
Del passeggier che il suo cammin ripiglia.

Si rallegra ogni core.
Sì dolce, sì gradita
Quand’ è, com’ or,la vita?
Quando con tanto amore
L’ uomo a’ suoi studi intende?
O torna all’opre? o cosa nova imprende?
Quando de’ mali suoi men si ricorda?
Piacer figlio d’ affanno;
Gioia vana, ch’è frutto
Del passato timore, onde si scosse
E paventò la morte
Chi la vita abborria;
Onde in lungo tormento,
Fredde, tacite, smorte,
Sudàr le genti e palpitàr, vedendo
Mossi alle nostre offese
Folgori, nembi e vento.

O natura cortese,
Son questi i doni tuoi,
Questi i diletti sono
Che tu porgi ai mortali. Uscir di pena
È diletto fra noi.
Pene tu spargi a larga mano; il duolo
Spontaneo sorge: e di piacer, quel tanto
Che per mostro e miracolo talvolta
Nasce d’ affanno, è gran guadagno. Umana
Prole cara agli eterni! assai felice
Se respirar ti lice
D’ alcun dolor: beata
Se te d’ogni dolor morte risana.

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